Piero Armenti
Inutile girarci attorno, le cose stanno proprio così. Se aprite una pizzeria da zero non illudetevi che la gente verrà perché la pizza è buona. Verrà a patto che voi sappiate trasformare voi stessi in personaggi tramite i social o i media tradizionali. Gianni Sorbillo, Enrico Porzio, Salvatore Lionello, Vincenzo Capuano, e l’elenco potrebbe anche continuare, hanno tutti la fila. Anche i Masanielli o Pepe In Grani. Cosa hanno in comune tutte queste pizzerie: il successo legato soprattutto al protagonismo dei loro fondatori, che in alcuni casi sono personaggi amatissimi sui social, in altri sono oggetto di attenzione mediatica. Insomma, se la vostra pizzeria è ottima, ma voi siete anonimi, le vostre...
Piero Armenti, [email protected]
Da Michele è una pizzeria di Napoli che amo molto, in quanto “no frills” come dicono in America. Una pizzeria senza fronzoli, dai prezzi popolari, dove puoi scegliere solo tra Margherita e Marinara. Non c’è il pizzaiolo divo, ma ti siedi ad una tavolata del popolo a gustarti un prodotto semplice. E se qualcosa di così tradizionale da un lato intenerisce, dall’altro incuriosisce il progetto d’espansione del brand. Mentre ero in Giappone, mi trovavo tra le strade di Tokyo, mi apparve una pizzeria “Da Michele” (in basso la foto) . Non potevo crederci, cosa ci faceva lì un pezzo di Forcella? Entrai e mangiai la Margherita. Era ottima come a Napoli, con prodotti...
Piero Armenti, [email protected]
E’ mattina. Come ogni giorno mi alzo, vado all’ingresso, raccolgo i giornali a cui sono abbonato. Poi mi sdraio sul divano, sorseggio un caffè e inizio a leggere. Aspetta un attimo. Cos’è questo? Ecco l’articolo che trovo.
Sgrano gli occhi e mi dico io questa persona la conosco. Il New York Post ha pubblicato un articolo su un ragazzo italiano che fa la migliore pizza di New York, solo che non si può comprare. Si può barattare per qualche altro prodotto. Funziona così: lui ti dà la sua pizza, e tu gli dai qualche altra cosa.
Gabriele LaMonaca è una delle persone che conosco a New York da più tempo, in passato abbiamo anche collaborato per il tour dei...
Un tempo nostra nonna faceva la pasta in casa, e la salsa si imbottigliava a partire dai pomodori. Era un’Italia rurale di famiglie allargate. Poi è arrivata la modernità, gli anni ’50 e ’60, la televisione nazionale, il carosello pubblicitario, l’ Italia si è urbanizzata e le famiglie sono diventate nucleari, formate da mamma, padre e bambino. Le donne sono entrate nel mercato del lavoro in massa, e non c’era troppo tempo per cucinare: la pasta si comprava prima sfusa e poi imbustata, e la salsa si prendeva sugli scaffali prima del negozio sotto casa, poi del supermercato. Bastava mettere l’acqua a bollire, un sughetto veloce e...
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