Piero Armenti, [email protected]
E’ mattina. Come ogni giorno mi alzo, vado all’ingresso, raccolgo i giornali a cui sono abbonato. Poi mi sdraio sul divano, sorseggio un caffè e inizio a leggere. Aspetta un attimo. Cos’è questo? Ecco l’articolo che trovo.
Sgrano gli occhi e mi dico io questa persona la conosco. Il New York Post ha pubblicato un articolo su un ragazzo italiano che fa la migliore pizza di New York, solo che non si può comprare. Si può barattare per qualche altro prodotto. Funziona così: lui ti dà la sua pizza, e tu gli dai qualche altra cosa.
Gabriele LaMonaca è una delle persone che conosco a New York da più tempo, in passato abbiamo anche collaborato per il tour dei...
Di Piero Armenti, [email protected]
Lo premetto subito: chi ha “fantasia” non ha limiti. Tutto può essere raccontato su Instagram e tutto potrebbe trovare ascolto. Se dicessi che Instagram non può essere usato per pubblicizzare bulloni, dopo due giorni verrei smentito da una fabbrica di bulloni diventata famosa su Instagram. I social hanno questa particolarità: qualsiasi cosa tu affermi, vieni smentito il giorno dopo. Non c'è un vero esperto, neanche io potrei definirmi tale. Siamo tutti bambini che facciamo i primi passi in questa nuova era dei social. Eppure ho osservato alcune tendenze, alcuni settori funzionano meglio di altri, soprattutto quelli che per sua natura possono giocare con l'immagine. Ho anche...
Io non me la ricordo bene la mia vita prima del decennio dei social (2010-2020), non ricordo per esempio come sceglievo un ristorante nel 2005 senza guardare le foto su Instagram, né i luoghi da visitare per le vacanze, né come comunicavo con le altre persone senza WhatsApp, oppure come ci provavo con una ragazza senza like e cuoricini. La forza di una rivoluzione è tutta qua: non ti ricordi più quello che c’era prima. Siamo così dentro a questa nuova normalità che non abbiamo avuto il tempo di prendere le misure del cambiamento. Eppure io sono un sopravvissuto della preistoria, in cui se avessi voluto chiamare una ragazza avrei dovuto farlo sul...
Un tempo nostra nonna faceva la pasta in casa, e la salsa si imbottigliava a partire dai pomodori. Era un’Italia rurale di famiglie allargate. Poi è arrivata la modernità, gli anni ’50 e ’60, la televisione nazionale, il carosello pubblicitario, l’ Italia si è urbanizzata e le famiglie sono diventate nucleari, formate da mamma, padre e bambino. Le donne sono entrate nel mercato del lavoro in massa, e non c’era troppo tempo per cucinare: la pasta si comprava prima sfusa e poi imbustata, e la salsa si prendeva sugli scaffali prima del negozio sotto casa, poi del supermercato. Bastava mettere l’acqua a bollire, un sughetto veloce e...
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