Corsi: Facebook e Instagram
Home Chi è Piero Armenti Servizi Blog Corsi Login

Cosa significa Chiara Ferragni per l'Italia? Una riflessione contemporanea

social media Mar 27, 2021

Piero Armenti, [email protected] 

Le ultime foto sui profili social non lasciano spazio a dubbi: La nascita del secondo figlio di Chiara Ferragni, accompagnato dalle foto e articoli da giornale, è la certificazione che i Ferragnez sono la trasposizione moderna della famiglia del Mulino Bianco. Una dimensione ideale di felicità, fondata su valori antichi ma declinati in chiave moderna, dove la donna è mamma, imprenditrice e attivista, l’uomo padre, cantante, e compagno innamorato.

Una storia fantastica, in cui immedesimarsi, di quelle dove due mondi distanti, dopo tante giravolte, si trovano e non si lasciano più. Lei ragazza di provincia, che dopo una serie di esperienze cosmopolite, tra cui Los Angeles, trova l’amore e decide di tornare in Italia per realizzarsi come donna e imprenditrice, lui cantante di periferia poi uomo di spettacolo che si riscatta nell’amore, e si dedica alla famiglia. E in tutto questo non manca la vocazione civile, l’attivismo. Il fare del bene. Sono archetipi di una narrazione così perfetta da sembrare fittizia, che vola sui social, che li pone su quel piano privilegiato di chi fa una vita meravigliosa. Chiara Ferragni non fa nulla di particolare, se non postare su Instagram come una ragazza qualsiasi: un reality show continuo della propria vita, senza filtri, e con l’effetto dirompente di essere un esempio da emulare: piace teoricamente al nonno retrogrado, che non potrebbe sognare un futuro migliore per sua nipote, piace al padre professionista, piace al coetaneo che vuole essere come lei, e piace al ragazzino che la vede giovanile e di successo. E qui arriviamo al punto: cosa è Chiara Ferragni o cosa sono i Ferragnez per l’Italia? Dico l’Italia, e non il mondo, perché lontano dai confini domestici svanisce la forza del simbolo. La carriera di Chiara, per quanto in parte internazionale, negli ultimi anni si è focalizzata in Italia dove può penetrare più in profondità nelle viscere del paese, non è un caso se nelle sue “stories” scrive e parla più in italiano e meno in inglese. Anche questa è una parabola della vita, un altro archetipo, andare all’estero per poi tornare in Italia e sistemarsi perché è la terra che chiami casa. Allora torniamo alla domanda iniziale.

Cosa è Chiara Ferragni, cosa è la coppia dei Ferragnez? Credo ci siano pochi dubbi. Sono contemporanei per gli strumenti utilizzati, ma come simbolo sono quanto di più tradizionale possibile. Non propongono un modello di felicità differente o alternativo, un modo di vivere sui generis, siamo nel solco appunto della Tradizione con la T maiuscola, che in Italia poi assume contorni ancora più familiari. La vita di Chiara è dentro al privilegio “storico”: non appartiene a nessuna delle minoranze disagiate che lotta per uscire allo scoperto, ha tutti i documenti in regola, occhio e croce non ha affrontato nessun percorso duro particolare se non quello di essere una outsider donna che ha lottato per affermarsi e ce l’ha fatta. Lo stesso Fedez che vanta un passato da periferia non è il figlio di una durezza troppo dura per essere narrata: è una storia di periferia “domestica” quindi fondamentalmente accettabile e a portata di mano. Non è il figlio di una gang americana che spara, tanto per capirci, ma figlio del “muretto”.

Certo è presente in Chiara Ferragni un attivismo femminista light, semplice e diretto, accessibile a tutti e in quanto tale applaudito, ma è quasi un atto dovuto, un femminismo accettabile anche in un paese conservatore, non è di certo una Pussy Riot che sfida la galera, né c’è qualcosa di nuovo nel fatto che una donna abbia una carriera e sia anche madre, perché non siamo negli anni ’20 o ’50 del secolo scorso. Lavorare ed esser donna è già tradizione. Siamo, appunto, nella Tradizione. E questa è una cosa rassicurante, e anche la chiave di un successo nazionalpopolare.

D’altronde al di là di una percentuale fisiologica di haters, non c’è nulla di controverso in loro, non c’è un motivo vero per odiarli, non c’è una sbavatura, una frizione, non c’è chi si senta minacciato da loro. Hanno sfidato qualche potere costituito? Hanno sfidato la chiesa? Hanno sfidato il senso comune? Hanno sfidato la morale? No.  Certo hanno problemi, come tutti, ma non insormontabili. Sono l’Italia dei mondiali, l’Italia di Luna Rossa, l’Italia del Festival di Sanremo: un classico familiare, con una spruzzatina di attivismo e un pizzico di consumismo contemporaneo.

La domanda però, e qui andiamo in profondità, che bisogna farsi è un’altra. L’ecosistema dei social alla fine svolge una funzione di controllo sociale? Un mondo social dove trovi un po’ di tutto, ma dove a trionfare sia l’idea di famiglia come pilastro: padri responsabili, donne moderne, e figli amati? E che quindi aiutino la società a replicare se stessa lungo binari noti?

I social, alla fin dei conti, sono uno medium che appare progressista (con tutte le campagne Me too, e Black Lives Matter) ma nel profondo è conservatore. Basti pensare che un capezzolo femminile viene censurato da Facebook e da Instagram, trattato come una minaccia alla narrazione dell'ideale di società perfetta. Siamo ben lontani dai tanti modelli alternativi di vita degli anni ’60 e 70, dell’amore libero, della critica alla società dei consumi. I social non favoriscono un pensiero critico dell’esistente, la ridiscussione di tutto, ma favoriscono l’illusione che stiamo superando delle barriere storiche, mentre in realtà stiamo rassicurando i nostri nonnini sul fatto che il mondo di oggi sarà come quello di ieri. I social non sono strumento di rivoluzione ma di riflusso. Chiara Ferragni e Fedez sono pedine (come lo siamo tutti sui social, me compreso) di qualcosa di più grande, e cioè della vocazione dei social media (in quanto medium che è messaggio) a spingere e promuovere come ideale di vita quello tradizionale di una borghesia bianca e benestante, che coniuga ecologismo  consumismo, attivismo e capitalismo. 

In questa newsletter parleremo di New York, impresa, e turismo

Close

In questa newsletter parleremo di New York, impresa, e turismo

Ti invieremo un'e-mail per confermare la tua iscrizione.